Il lato oscuro dell'ispirazione

Il disturbo bipolare, la depressione e l'ispirazione.

Quanto  c'è di vero dietro all'immagine  romantica dell'artista oppresso dai propri "demoni" interni?
In un anno come questo, che ha visto la scomparsa di un idolo generazionale come Chester Bennington (il quale spesso si era aperto ai media parlando della depressione che lo aveva afflitto), ritengo sia giusto approfondire questo tema.

Pare che la correlazione tra disturbi dell'umore e creatività sia stata ipotizzata per la prima volta da un famoso filosofo greco.
Per Aristotele "la disposizione naturale" necessaria al creare opere artistiche si identifica nel temperamento melanconico.
Sicuramente cause ereditarie e caratteriali sono alla base della predisposizione allo sviluppo di disturbi come la depressione o il disturbo bipolare, ma alcuni studi sembrano valorizzare l'ipotesi che alcuni aspetti caratteristici della vita degli artisti possano predisporre questa fascia di popolazione allo sviluppo di disturbi dell'umore.






"Gli artisti in genere si distinguono per un tasso di affezioni dell' umore superiore al resto della popolazione" cit. G.B.Cassano (psichiatra)
Ovviamente, essere artisti non significa soffrire forzatamente di disordini dell' umore, ma, secondo dati raccolti dalla università di Stanford vi è una netta sproporzione tra gli artisti che ne soffrono e il resto della comunità che viene affetta da disturbi quali bipolarismo o depressione.
Sicuramente l'aspetto relativo alla creazione di un prodotto artistico commerciale che possa attirare le attenzioni del pubblico è un elemento stressogeno di importanza rilevante.
Molti artisti riportano di aver provato un grande senso di frustrazione nel vedere il proprio lavoro non riconosciuto dal pubblico.
La ricerca di feedback è alla base di ogni azione umana, e molti artisti sostengono di non riuscire ,con facilità, a accettare il feedback ricevuto senza distinguere che quest'ultimo sa rivolto al prodotto messo in commercio e non a loro stessi come individui.

Vi sono ipotesi presentate da alcuni psichiatri riguardo diversi profili patologici presentati da artisti:

Secondo lo psichiatra T.Keller, molti artisti soffrirebbero di disturbi bipolari, ciò sarebbe evidente dagli intervalli che intercorrono tra le pubblicazioni dei loro lavori.
ma cosa si intende per disturbo bipolare?

Per disturbo bipolare, o sindrome maniaco depressiva, si intende quella particolare condizione clinica che porta l'individuo a sperimentare gravi alterazioni dell'umore caratterizzato da un alternarsi si episodi maniacali e depressivi.
Proprio questo alternarsi degli stati di umore porterebbe l'artista a provare sensazioni contrastanti rispetto al proprio lavoro, essi possono trovarsi in uno stato maniacale e essere fieri del tempo passato nel produrre quel risultato o trovarsi in una fase di depressione e rigettare il prodotto.
Solitamente il disturbo bipolare si presenta in giovane età, prima dei 25 anni e tende a persistere per intervalli di tempo variabili (nei casi più gravi persiste per 9-12 mesi.).
Uno dei sintomi peculiari, è il cambiamento del pattern sonno-veglia, questo si modifica a tal punto da impedire all' individuo affetto da questa condizione clinica di alzarsi dal letto.
Molti artisti riportano questo sintomo, Chester Bennington in una delle sue ultime interviste sosterrà che l'alzarsi dal letto era diventata quasi una missione difficile da svolgere.
Come sopra citato, spesso gli artisti diventano bersaglio di feedback negativi che potrebbero condurli ad uno stato di demotivazione profondo.
Immaginate dedicare la propria vita e i propri sforzi nella creazione di prodotti che poi vengono rigettati o non considerati dal pubblico... probabilmente proprio questa condizione porta moli artisti in una spirale di insoddisfazione e demotivazione.

la figura dell' artista spesso si trova oppressa da contesti (ad esempio il doversi esibire per molte date consecutive di fronte ad un pubblico), dalla propria figura (spesso le immagini create ad hoc sono difficili da seguire nel lungo periodo, ma spesso proprio queste caratteristiche hanno attirato e attirano i fan) e dalle aspettative che il pubblico ha nei confronti del suo lavoro.

Spesso chi soffre di questa condizione clinica preferisce evitare l'uso di psicofarmaci prescritti, in quanto vi è una grande paura che questi possano "indebolire la vena artistica".
La condizione sopra citata dunque, in assenza di cure specifiche tende a peggiorare ripresentandosi in crisi maggiori che spesso, sfortunatamente portano alcune volte al suicidio.
l'automedicazione tramite sostanze psicotrope , anche se fortemente sconsigliata, spesso viene utilizzata dagli individui.

Beatrice.

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