molotov a colazione

Ultimamente la cronaca nera è diventata così di moda ovunque che la si può quasi definire una forma d’arte, i fotografi, i giornalisti, gli avvoltoi di ogni etnia e classe sociale, tutti quanti concorrono a questo penoso spettacolo, intrattenere sfruttando un evento tragico, imperdonabile, come può essere la morte di qualcuno per mano di qualcun altro, una morte che parte da lontano, nelle case con le pareti bianche, con i fucili e i trofei di caccia in bella mostra, con la tavoletta del cesso in oro x carati, i maglioni di cashmere piegati e profumati, al sicuro, dentro l’armadio, i mocassini di pelle sempre lucidi, le piste bianche, i cervelli scattanti, immortali.. morti inutili dirà qualcuno, morti che meritano addirittura di essere sbattute sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, di essere criticate, profanate, stravolte nel loro significato più intimo, andiamo a parlarne nei salotti Rai! Andiamo a riempirci la bocca di false convinzioni, di preghiere ipocrite, andiamo a guadagnarci un posto in paradiso! Andiamo a rendere giustizia a quei martiri dell’umanità, andiamo, avanti! Andiamo tutti quanti alla deriva, tutti insieme! Sbrighiamoci ad assegnare un premio prestigiosissimo alla mummia del bambino sulla spiaggia, andiamo a renderci ancora più schifosi, più indegni di calpestare questo suolo rosso, andiamo così, tutti quanti, senza riserve, senza pensieri, tanto Dio è grande, perdona sempre, sì?
Noi occidentali gli attentati ce li mangiamo a colazione, a pranzo e a cena, insieme ai cadaveri senza nome che a migliaia sfilano di fronte ai nostri occhi fissi, alle nostre bocche aperte, mentre ci ingozziamo di cibi che hanno nomi molto esotici e che hanno anche un prezzo, il prezzo della nostra libertà, comprata per pochi euro al banco delle offerte, mentre per molti euro in un mondo parallelo al nostro si calpesta e si uccide senza fatica, senza morali, etiche, religioni e inviolabili principi e come nel più orrido e prevedibile del teatrini lo si fa davanti a schiere di giornalisti, fotografi, figure molto professionali che con le loro attrezzature da qualche migliaia di euro sono pronti a regalarci momenti di intrattenimento quasi a costo zero per noi occidentali che a colazione, a pranzo e a cena abbiamo, come dire, l'abitudine di guardare la vita spegnersi dentro una scatola nera, questo magico rituale che ci elegge immediatamente a popolo prediletto, che si può addirittura concedere il lusso di guardare la morte in diretta TV e poi magari ci mettiamo a fare volontariato, se quelle immagini riescono a superare la fitta barriera di apatia e sensi di colpa che ci contraddistingue, perché è inaccettabile pensiamo, perché dobbiamo dare il nostro contributo, ripetiamo a chi ci chiede il perché delle nostre azioni (perché devi sempre giustificare la tua esistenza a qualcuno da qualche parte) e non ci rendiamo conto che anche quella nostra presa di posizione, quel nostro piccolo moto di ribellione non sono che una piccola parte di quel grande intrattenimento a colazione, pranzo e cena, di quel nostro essere "occidentali", di quel volere ad ogni costo guadagnarsi un posto nel mondo, uno straccio di legittimazione per non vedere la disperazione in fondo e quelle gabbie in cui ci hanno confinato, di non capire che la famosa linea di demarcazione fra occidentali ed orientali non esiste, noi occidentali abbiamo solo più strumenti per credere che sia vero il contrario.


(La foto è di Charlotte Schmitz (dio la benedica), che ha utilizzato una polaroid così che i soggetti ritratti, barche comprese, potessero lasciar fluire liberamente il proprio pensiero sulla pellicola, qui il progetto http://www.charlotteschmitz.com/take-me-to-jermany)

Chiara

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